Il decesso di Romina De Cesare, la 36enne di Cerro al Volturno uccisa a Frosinone dal suo ex compagno, è stato causato da una coltellata al cuore. Questo è quanto si apprende dall’ultima perizia del medico legale, Gabriele Margiotta, depositata nei giorni scorsi in Procura.
Lo ha reso noto ieri Il Messaggero.
Come era già emerso, 15 complessivamente le coltellate che Pietro Ialongo, ex compagno della donna, le ha inferto lo scorso maggio, nel suo appartamento di Frosinone al termine dell’ennesimo litigio.
Numerosi i tagli presenti sul resto del corpo causati dai fendenti: sulle braccia e sulle gambe. Una coltellata, inizialmente sembrata fra le fatali, quella all’addome che ha colpito il fegato: ma secondo la perizia di Margiotta avrebbe colpito l’organo superficialmente.
Romina De Cesare è stata uccisa lo scorso 2 maggio nel suo appartamento in centro a Frosinone. Reo confesso del femminicidio l’ex compagno della 36enne, Pietro Ialongo, perito informatico di 38 anni, anche lui molisano.
Si erano lasciati da poco e lui non accettava la fine della relazione. Il culmine a causa di una lite per un’automobile: tanto sei appreso nei giorni successivi all’omicidio.
Nonostante la relazione tra i due fosse finita, Ialongo era rimasto nell’appartamento di Romina, in attesa di trovare una nuova sistemazione. Proprio lì, in quell’abitazione, l’ha uccisa.
Tra i primi a dare l’allarme il nuovo compagno della donna. Romina non rispondeva alle telefonate e non rispondeva più neppure al citofono. Così l’uomo chiese aiuto alla Polizia, che forzando la porta di ingresso entrò in casa e rinvenne il corpo senza vita della ragazza.
Ialongo, dopo aver ucciso l’ex compagna, raggiunse in automobile la spiaggia di Sabaudia, dove fu trovato e fermato seminudo dai carabinieri del posto. A confermare la connessione fra l’uomo in stato confusionale sulla spiaggia di Torre Paola e la ragazza morta nell’appartamento, alcuni oggetti nella macchina. Poi, dopo alcune ore, confessò.
Dopo l’omicidio Ialongo avrebbe anche tentato di togliersi la vita: durante la fuga avrebbe infatti tentato di tagliarsi le vene e una volta arrivato a Sabaudia avrebbe tentato di annegarsi.
Gli inquirenti trovarono un bloc-notes dove l’uomo aveva appuntato alcune frasi, tra cui la verosimile confessione del delitto: «Non volevo ucciderla. La amo».
Nel corso dell’interrogatorio l’uomo ammise la sua responsabilità per l’omicidio e il tentativo di suicidarsi dopo averlo commesso.
Da quando è stato fermato Ialongo si trova in stato di detenzione carceraria. Respinte le richieste del suo legale di applicazione di una misura meno afflittiva in attesa del processo.
Il prossimo 23 settembre si terrà l’incidente probatorio voluto dall’indagato.